Il Rinascimento rappresentò per l’Italia e per l’Europa una vera e propria rivoluzione: siamo nella metà del XV secolo e il bisogno di allontanarsi dal periodo buio del Medioevo condusse ad una splendida fioritura delle arti, della letteratura, delle scienze. Una vera e propria rinascita che sviluppò una forte consapevolezza dei mezzi dell’uomo e delle sue capacità.

La Serenissima nel XV secolo: prosperità economica ed artistica

In questo periodo la Repubblica della Serenissima resta politicamente ed economicamente la massima potenza italiana: questa saldezza e la prosperità economica consentirono lo sviluppo delle arti e la prosecuzione della grande tradizione locale.

Il Rinascimento veneziano più che consistere nella ricerca di un linguaggio nuovo, fu generato dai contatti culturali che la Serenissima aveva con il resto d’Italia: l’arte e l’architettura veneziana si rinnovarono grazie alla conoscenza, diretta ed indiretta, del rinnovamento che accadeva soprattutto a Firenze e a Roma.

La storia di Palazzo Corner Cà Granda

Uno dei migliori frutti di questa ventata di novità artistiche è senz’altro Palazzo Corner Ca Granda, situato nel Sestiere di San Marco: si tratta di uno degli edifici più importanti della città poiché appartenuto ad una delle famiglie veneziane più ricche ed influenti del panorama storico-politico della Serenissima, e perché rappresentò proprio uno dei primissimi elementi di rottura, inserito nel tradizionale tessuto cittadino, che stravolse in parte il tipico schema delle costruzioni patrizie.

L’attuale palazzo è la ricostruzione di un edificio già esistente, Palazzo Malombra, appartenuto all’omonima famiglia: questi, alla fine del Quattrocento, vendettero la sua dimora a Giorgio Corner, esponente di una delle famiglie più ricche della città, proprietari di piantagioni di canna da zucchero nella colonia Piscopia di Cipro, e padre della famosa Caterina Corner, divenuta Regina di Cipro, Gerusalemme ed Armenia per aver sposato Giacomo di Cipro.

Sono gli inizi del Cinquecento quando il palazzo, però, andò distrutto da un terribile incendio, probabilmente causato dal calore generato dalle stufe utilizzate per asciugare lo zucchero. Allora, il figlio di Giorgio e fratello di Caterina, Giovanni Corner, forte della sua potenza economica e politica, decise di ricostruire il palazzo e commissionò all’architetto Jacopo Sansovino l’opera, che fosse tanto imponente da celebrare la grandezza e la potenza della famiglia.

Siamo nel 1533 ed i lavori furono completati 20 anni dopo da Vincenzo Scamozzi, a causa del sopraggiunto decesso del Sansovino.

Il gioco dei chiaro scuri: il palazzo e la facciata sul Canal Grande

progetto del Sansovino prevedeva la realizzazione di un edificio imponente e grandioso, da cui poi il palazzo prese l’appellativo di Ca Granda (Domus Magna), che fosse un elemento capace di interrompere la continuità dei palazzi presenti sul Canal Grande. Egli si allontanò dal classico schema veneziano ed organizzò la costruzione intorno ad un grande cortile centrale: portò in Laguna il classico schema dei palazzi della terraferma.

La facciata si presenta regolare, simmetrica e geometricastravolge completamente il tipico schema tripartito dei palazzi del Canal Grande presentando un splendido disegno di elementi che le donano slancio verticale e al tempo stesso caratterizzano precisamente i 3 piani, in cui i vuoti prevalgono sui pieni, creando un magnifico gioco di chiaroscuri.

Al piano terra un fitto bugnato regala un piacevole gioco di chiaroscuri, amplificato dalla presenza delle 3 grandi arcate che conducono al cortile interno. Al piano nobile sono disposte le 7 grandi aperture con arco a tutto sesto con balconata antistante: una vera e propria novità in un tessuto urbano in cui avevano sempre dominato elementi orientaleggianti ed archi a sesto acuto. Una fascia marcapiano imponente, che mostra con forza la sua presenza, divide questo piano da quello superiore del tutto simile al sottostante. Il tutto è chiuso con un fregio di coronamento ornato da finestre ovali.


L'architettura degli spazi aperti: il cortile ed il giardino sul Canal Grande

Il cortile interno rispecchia la geometria della facciata esterna, presentando un bianco bugnato al piano terra ed ampie e snelle aperture con balaustra per i piani superiori. Al centro era collocata una vera da pozzo con puttini reggenti festoni di frutta, tipico della scultura toscana: oggi è ancora possibile ammirare la vera ma occorre raggiungere Campo Santi Giovanni e Paolo, al centro del quale è stata sistemata.

Questo palazzo esprimeva la sua magnificenza anche per la presenza di un giardino all’inglese con affaccio sul Canal Grande: la proprietà di un ampio spazio verde sulla riva del Canal Grande era senza dubbio sinonimo di ricchezza e di potenza, e di un certo savoir vivre… chi non vorrebbe un giardino sulla strada più bella del mondo?!

Il movimento delle luci e delle ombre: il riflesso delle acque del Canal Grande

La luce riflessa nel canale crea un ricco movimento nelle trame del bugnato e nei trafori delle balaustre, investe le lisce colonne, penetra all’interno dell’edificio, in un complesso rapporto di chiari, di scuri e di gradazioni intermedie, corrispondente alla tessitura tonale della pittura dell’epoca.

Le architetture del Sansovino non si abbelliscono di marmi colorati, come quelle veneziani medievali tardo gotiche, ma ottiene l’equivalente usando le infinite possibilità della luce, a seconda di come questa incida sulla superficie muraria.

Palazzo Corner Cà Granda oggi

Agli inzi dell’Ottocento Nicolò Corner, ultimo esponente della famiglia, con la caduta della Repubblica vendette il palazzo con tutti gli arredi al Regime Italico che vi sistemò gli uffici del governo. Successivamente, con l’occupazione austriaca il governo vi insediò la prefettura, per poi diventare proprietà del Comune che non mutò la destinazione d’uso: infatti, oggi il palazzo ospita la Città Metropolitana di Venezia e Prefettura.

Gli arredi originari sono andati tutti dispersi, come anche la preziosa collezione d’arte, ma attualmente, gli ambienti, pur ospitando degli uffici, sono stati saggiamente arredati e sistemati con gusto in un modo consono alla grandiosità del palazzo.

forse non sapete che...

Nicolò Corner, come abbiamo detto, fu l’ultimo esponente di questa famiglia così in vista alla Serenissima. Uomo politicamente impegnato e amatore delle arti e delle idee illuministiche, aveva un amico fraterno, il chirurgo Davide Zuliani. Quando Nicolò si ammalò, al suo capezzale c’era proprio il suo amico Davide. Dopo ore che Nicolò ormai non dava più alcun segno di vita, Davide lo credette morto. Ma d’improvviso Nicolò si destò dal suo letto per un attimo e con le sue ultime forze abbracciò l’amico e disse: “Davide, hai core? Andiamo all’Inferno insieme!”, e poi spirò. Dopo questo avvenimento il povero Davide si ammalò di una malattia cronica che lo condusse poi fino alla morte. Quando si dice “chi trova un amico, trova un tesoro….”

San Marco, 2662