La Chiesa di San Marcuola, la storia e le vicende costruttive

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La chiesa di San Marcuola o chiesa dei Santi Ermagora e Fortunato è tra i monumenti più caratteristici della città: ad un esterno privo di qualsiasi decorazione ed incompiuto, si contrappone un interno ricco ed opulento. Affacciata sul Canal Grande, proprio di fronte al celebre Fontego dei Turchi, la chiesa deve la sua singolare denominazione alla particolare declinazione dialettale del nome Ermagora. La storia della chiesa affonda le sue radici nel lontano Medioevo: una consolidata tradizione storiografica, infatti, ci tramanda la costruzione di un primo edificio sull'isola di Lemeneo, tra il IX ed il X secolo. Attorno alla piccola chiesa, sempre secondo le fonti più antiche, si sarebbe aggregata una piccola comunità, in fuga dalla temibile invasione dei Longobardi. Il nucleo primitivo di San Marcuola fu, però, rovinosamente distrutto dalle conseguenze di un violento terremoto: si decise allora di costruire un nuovo santuario nell'attuale collocazione geografica, grazie al contributo economico delle nobili famiglie dei Lupanizza e dei Memmo. Questa nuova costruzione era collocata longitudinalmente e parallelamente al Canal Grande e dominava con la sua mole un campo molto più aperto e spazioso di quello attuale. Ma, sostanzialmente, la storia di San Marcuola ebbe una svolta decisiva solo verso la fine del XVII secolo quando l'architetto Antonio Gaspari elaborò il suo personale progetto di riqualificazione dell'edificio. Il progetto, però, restò irrealizzato fino alla morte del Gaspari, sopraggiunta nel 1730, data a partire dalla quale subentrò nella direzione dei lavori un altro celebre architetto, Giorgio Massari. Quest'ultimo riuscì a terminare i lavori di costruzione della parte interna ma, purtroppo, non riuscì a completare quelli della facciata, ancora oggi "grande incompiuta". L'ultima data importante da ricordare è il 1779, anno durante il quale la chiesa fu consacrata per l'ultima volta dal patriarca Federico Maria Giovanelli. 

Le principali opere d'arte della Chiesa di San Marcuola

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La vostra visita alla Chiesa di San Marcuola non potrà certamente iniziare senza una doverosa pausa contemplativa al cospetto della sua romantica e pittoresca facciata "non finita". Una cruda testimonianza delle complesse vicende costruttive del santuario che permette, però, di vedere ancora respirare "l'antica anima romanica della chiesa", e di immaginarne, con un piccolo sforzo, l'incompleto rifacimento barocco. 

L'ingresso alla chiesa, però, appagherà questo vostro sacrificio immaginativo e vi farà anche notare un altro insolito particolare: il varco principale del santuario, infatti, fu voluto dal Massari sul lato sud e non sul lato ovest, quello di fronte all'altare, come si fa di solito. E questo per rispettare la pianta originale dell'edificio, ma, nel contempo, come testimoniano alcuni disegni dell'architetto, conservati al Museo Correr, per riproporre lo stesso effetto scenografico della chiesa dei Gesuati nobilmente aggettata sul canale della Giudecca.

La chiesa, che è caratterizzata da un impianto rettangolare a navata unica, come voluto dal Massari, con il presbiterio ricavato da un'abside semicircolare, è celebre per un dipinto raffigurato su tutti i più importanti manuali di Storia dell'Arte: l'Ultima Cena realizzata da Tintoretto nel 1547 ed attualmente collocata sulla parete sinistra del presbiterio. L'opera, come testimoniato dall'iscrizione posta sul dipinto, fu commissionata all'artista veneziano da Isepo Morandello, presidente della Scuola del Sacramento, una piccola confraternita che si riuniva proprio nella chiesa di San Marcuola. Sulla parete opposta fa da pendant al quadro un altro olio su tela La lavanda dei piedi, copia dell'originale dipinto del Tinoretto oggi al Museo del Prado. Il celebre artista e cronista veneziano Mario Ridolfi nella sua Vita del Tintoretto, scritta nel 1642, lodava apertamente l'Ultima Cena e già testimoniava la "scomparsa" del dipinto madrileno. 

Ma la chiesa offre un altro interessante spunto per gli amanti dell'arte, il ciclo di sculture realizzato a partire dal 1729 da Gaetano Susali, allievo dello scultore classicista Antonio Tarsia: i santi Giuseppe, Pietro Apostolo, Antonio da Padova, Giovanni Battista, Ermagora, Fortunato, Gaetano e altri ancora, vi accompagneranno nella vostra escursione nella chiesa di San Marcuola. "Ascoltate" attentamente le loro parole!

La chiesa di San Marcuola si trova in Salita Fontego 1762,  nel Sestiere di Cannaregio, e rispetta i seguenti orari:

  • tutti i giorni dalle 9:00 alle 11:00 e dalle 17:30 alle 19:00.