Tra la miriade di musicisti e compositori che sono nati e cresciuti a Venezia, Antonio Vivaldi è senza ombra di dubbio quello più famoso ed influente della storia. Chiunque almeno una volta nella vita avrà ascoltato l’indelebile armonia de Le quattro stagioni, il concerto più eseguito al mondo che risuona in modo diafano, quasi naturale tra le via della Serenissima. Vivaldi fu un violinista, esponente di punta della musica barocca e sostenitore del concerto solista. La sua opera è vastissima e comprende concerti, sonate e brani di musica sacra. Purtroppo, le notizie sulla vita del celebre compositore sono poche e confuse, ciò che è certo è ha vissuto e si è formato a Venezia al quale è legato attraverso una serie di luoghi-simbolo diventati testimoni di un talento destinato a fare la storia della musica.

La vita: tra Venezia e Vienna

Antonio Vivaldi nasce a Venezia nel 1678, viene battezzato nella chiesa di San Giovanni in Bragora, nei pressi della sua presunta abitazione. Figlio del violinista Giovanni Battista, cresce con la passione per la musica: il padre infatti venne ingaggiato come musicista della basilica di San Marco prima di diventare insegnante di violino presso l’Ospedale dei Mendicanti. Antonio dimostra un grande talento al violino fin da bambino, a soli 12 anni viene ammesso tra i musicisti della Cappella del Doge sotto l’insegnamento di Giovanni Legrenzi. Nel 1693 inizia la carriera ecclesiastica, frequenta prima la chiesa di San Geminiano, poi quella di San Giovanni in Oleo ma una costante non lo abbandona mai durante la sua formazione: la musica. Durante i primi mesi del 1703 viene proclamato sacerdote con il soprannome di Prete Rosso per via del colore dei capelli.  

Negli anni a seguire la fama come violinista di Antonio Vivaldi cresce a dismisura. Il maestro viene assunto come insegnante di violino del Pio Ospedale della Pietà, il più prestigioso ospedale femminile di Venezia. All’interno della struttura vengono assistiti i bambini orfani della città: mentre i maschi imparavano un mestiere prima di lasciare l’ospedale all’età di quindici anni, le femmine ricevevano un’educazione musicale per poi aspirare a diventare maestre di coro. Secondo numerose testimonianze di figure celebri dell’epoca, la bravura delle ragazze orchestrali dell’ospedale non conosceva precedenti: “La musica eccezionale è quella degli Ospedali dove le "putte" cantano come gli angeli e suonano il violino, l'organo, l'oboe, il violoncello, il fagotto; insomma non c'è strumento che le spaventi.” così si esprimeva il filosofo Charles de Brosses nell’ammirare il talento delle allieve del Vivaldi. In questo periodo che va da inizio ‘700 fino al ‘720, Vivaldi scrive gran parte delle sue opere e pubblica le prime raccolte. In seguito si dedica ad una serie di lavori d’opera, lo spettacolo d’intrattenimento più in voga in quegli anni.  


Nel 1718, Vivaldi si trasferisce a Mantova per diventare Maestro di cappella del principe Filippo d’Assia-Darmstadt. Resta alla corte mantovana per tre anni prima di trasferirsi nuovamente in direzione di Roma, invitato dal papa Benedetto XIII a suonare per lui in Sede Vaticana. In questi anni produce e scrive nuove opere tra le quali varie cantate e serenate. Nel 1725 torna a Venezia, dove il maestro compone la sua opera più conosciuta e riconoscibile ed anche la più eseguita nel mondo: Le quattro stagioni. Uno dei primi esempi di composizione a carattere descrittivo nel quale Vivaldi intende descrivere e raccontare le bellezze della natura e lo scorrere delle stagioni. L’opera è composta da quattro concerti, ognuno dei quali dedicato ad una stagione, Primavera, Estate, Autunno, Inverno si susseguono tra note dalla bellezza surreale e accompagnati da altrettanti sonetti scritti da un poeta anonimo che in molti credono sia il Vivaldi stesso. Negli anni seguenti riceve un gran numero di commissioni da parte di famiglie nobiliari di tutta Europa. Invitato da Carlo VI, nel 1740 Vivaldi si trasferisce a Vienna intenzionato a dare la svolta definitiva alla propria carriera occupando una posizione ufficiale presso la corte austriaca. Sfortunatamente, poco dopo l’arrivo del compositore a corte, Carlo VI muore e all’evento si sussegue la sanguinosa Guerra di Successione austriaca che comporta la chiusura di tutti i teatri viennesi. I tragici eventi sono un colpo di grazia per Vivaldi che già da tempo combatte con un’asma bronchiale che gli smorza il respiro fin dalla nascita. Muore povero, solo e disgraziato a Vienna nel 1741 a causa di un’infezione intestinale. Per molti anni nessuno si ricorderà di Antonio Vivaldi prima che una serie di biografi appassionati di musica e virtuosi compositori (in particolare Alfredo Casella) ne riscoprissero la grandezza come uomo e musicista che ancora oggi viene celebrato a Venezia e nel mondo.

Chiesa di San Giovanni in Bragora

Una lapide posta all’interno della Chiesa di San Giovanni in Bragora attesta che in quel luogo è stato battezzato Antonio Vivaldi nel lontano 1678. Costruita nella prima metà dell’800, la chiesa di San Giovanni in Bragora è situata nel sestiere di Castello. L’edificio di culto è dedicato a San Giovanni Battista; riguardo l’origine del nome “Bragora” esistono numerose teorie: la prima vuole che la parola derivi dal greco “agorà” ovvero piazza, una seconda teoria attribuisce la denominazione all’unione della parola “brago” (fango) e “gora” (canale). L’edificio è stato ricostruito più volte ed ha subito un gran numero di rifacimenti fino ad assumere l’aspetto che conosciamo oggi, basato su un modello tardo gotico. Superata la facciata in mattoni, l’interno della chiesa si manifesta a pianta basilicale a tre navate. Le pareti sono adornate da opere d’arte, solo per le quali vale la pena visitare la chiesa: tele di Palma il Giovane come “Cristo dinanzi a Caifa”, “Lavandaia dei piedi”, il celebre “Il battesimo di Cristo” di Cima da Conegliano che impreziosisce il presbitero con la sua inconfondibile bellezza, “Madonna col Bambino” di Alvise Vivarini. L’edificio è accostato da un campanile, costruito inizialmente nel nono secolo, venne anch’esso più volte ricostruito. L’ultima struttura risale al 1826 e presenta una struttura a vela.

Il Museo della Musica e la Collezione Vivaldi

Ad Antonio Vivaldi è dedicata una collezione di strumenti esposti all’interno della Chiesa di San Maurizio, nel sestiere di San Marco. Venezia è da sempre accostata alla musica, e sin dal medioevo si vociferava che in casa di ogni veneziano fosse presente almeno uno strumento musicale. La Chiesa di San Maurizio è, infatti, sede del Museo della Musica. Il Museo si pone come obiettivo quello di raccontare il settecento italiano, epoca splendente per la liuteria, ovvero l’arte della progettazione e della costruzione di strumenti a corda ad arco come lo sono violini, viole, contrabbassi e tanti altri. La produzione esposta ricopre un arco cronologico di 300 anni che vanno dal ‘700 fino alla seconda metà del ‘900 e rappresenta la più grande, rinomata e preservata collezione dedicata alla liuteria e ai maestri che hanno reso grande un settore dell’artigianato italiano, non sempre ricordato e celebrato quanto merita. Il Museo della Musica è una tappa obbligatoria per tutti gli amanti degli strumenti a corda e appassionati di storia. Nel 2019, il Museo ha dato origine ad un progetto in collaborazione con l’Istituto Italiano Antonio Vivaldi. L’iniziativa di lungo corso prevede l’esposizione all’interno del museo dei lavori che l’istituto porta avanti dalla sua fondazione nel 1947, si tratta di lavori di conservazione e preservazione di tutte le musiche di Antonio Vivaldi, sotto forma di manoscritti e stampe d’epoca. Attualmente non vi sono opere esibite al pubblico ma l'istituto mette a disposizione degli studiosi un’ampia raccolta di saggi monografici, documentazioni audio e video dedicate al compositore veneziano e si impegna a mantenere vivo l’eccelso lascito artistico del Vivaldi.