Il centro storico della città di Venezia è costituito da ben 121 isolette unite fra loro attraverso altrettanti numerosi ponti, oltre 400. I ponti più conosciuti sono i quattro ponti che attraversano il Canal Grande, ovvero il Ponte di Rialto, il Ponte dell'Accademia, il Ponte degli Scalzi e il Ponte della Costituzione ma oggi andremo alla scoperta dei cinque ponti più particolari della città lagunare, la cui particolarità sta nelle leggende legate alla loro storia o nella loro struttura architettonica. Dall’unico ponte rimasto senza parapetto della città a uno dei più romantici per la sua storia…

Ponte Chiodo

202106092210141024px-Ponte_Chiodo_-_Rio_San_Felice_Venezia.jpg

Lungo Fondamenta San Felice, nel sestiere di Cannaregio, è possibile imbattersi in uno scorcio alquanto particolare: un ponte senza parapetto. Il ponte in questione è il Ponte Chiodo, ponte che appartenne alla famiglia Chiodo e che tutt’oggi rimane un ponte privato, poiché conduce alle porte di alcune abitazioni. Ponte in pietra e mattoni, è l’unico esempio, rimasto ancora visibile a Venezia, di ponte privo di balaustre. In realtà nell’isola di Torcello, una delle isole della laguna di Venezia, è presente un altro ponte con le stessa particolare caratteristica e anche con un nome del tutto singolare, il Ponte del Diavolo.

Ponte dei Tre Archi

20210609223706Venezia_Ponte_dei_Tre_Archi_2.jpg

Il Ponte dei Tre Archi, sul canale di Cannaregio, è caratterizzato da una struttura a tre arcate, due laterali di piccole dimensioni e una centrale di grandi dimensioni, ed è l’unico esempio in città di ponte a tre archi. Data la sua unicità, ha preso il nome di Ponte dei Tre Archi, nonostante il nome originario fosse Ponte di San Giobbe. Questo ponte anticamente era in legno, fu poi fabbricato in pietra nel 1503 e nel 1688 assunse la forma attuale. Il Ponte dei Tre Archi è sicuramente una meta particolare da inserire nel proprio itinerario veneziano, per aggiungere uno scorcio unico alla propria visita. 

Ponte dei Pugni

20210609225140Ponte_dei_pugni_(Venice).jpg

Nel sestiere di Dorsoduro troviamo invece il Ponte dei Pugni, un ponte in pietra con balaustre di ferro a croci oblique. La particolarità di questo ponte sono le quattro orme di piede in pietra d’Istria visibili sulla sua sommità centrale, in ricordo dell’antica tradizione veneziana: la Guerra dei Pugni. Anticamente Venezia era suddivisa in due fazioni, i Castellani, che abitavano nei quartieri orientali della città, e i Nicoletti, abitanti invece della parte occidentale, le quali dal mese di Settembre a quello di Dicembre potevano sfidarsi a colpi di pugni sui ponti della città. Lo scopo della lotta era quello di gettare gli avversari nel rio sottostante e vinceva la squadra che riusciva a tenere i suoi uomini sul ponte. Il Ponte dei Pugni, originariamente Ponte di Santa Barbara, fu rinominato così poiché era il ponte prediletto per queste sfide. Nel 1705, però, in seguito ad uno scontro troppo cruento in cui si passò dai pungi ai coltelli, la Guerra dei Pugni venne proibita.

Ponte delle Tette

20210609230220214325256_713f36c664_b.jpg

Tra il sestiere di Santa Croce e quello di San Polo troviamo un ponte dal nome davvero particolare: il Ponte delle Tette. Il ponte era posizionato in un quartiere caratterizzato dalla presenza di numerose case di tolleranza dai cui balconi le meretrici erano solite esporre i loro seni scoperti per attirare la clientela. Secondo lo storico Tassini, tale costume potrebbe essere stato imposto alle meretrici da una legge emanata proprio dal governo della Serenissima per limitare il diffondersi dell'omosessualità, a quel tempo già molto presente tra gli uomini veneziani.

Ponte delle Maravegie

20210609231334Venezia_Ponte_de_le_Maravegie.jpg

Nel sestiere di Dorsoduro troviamo il Ponte delle Maravegie (meraviglie) a cui vengono attribuite due bellissime leggende popolari. Secondo la prima leggenda il nome del ponte deriverebbe dal fatto che venne costruito meravigliosamente nel corso di una notte da mani ignote dopo che i materiali per la costruzione furono posizionati lì quella mattina stessa. La seconda leggenda narra la romantica storia della giovane Marina e del suo amato barcaiolo. Secondo la leggenda, nei pressi del ponte abitava una famiglia composta da sette figlie, di cui sei belle e una più bruttina. Un giovane barcaiolo e regatante iniziò a far visita alle sorelle per fare loro la corte quando all’improvviso si ammalò gravemente a tal punto da non riuscire più a svolgere il proprio mestiere. Credendo che la malattia fosse opera del malocchio lanciatogli da Marina, la sorella più brutta a cui non fece mai la corte, il barcaiolo decise di recarsi da lei una sera per vendicarsi. Arrivato al ponte, però, vide la ragazza inginocchiata alla finestra che pregava e sul cielo sopra di lei comparvero sette stelle, sei luminose e una fioca. All’improvviso le sei stelle scomparvero e rimase solamente la settima sempre più splendente. Pensando che il tutto fosse un segnale collegato alla propria situazione, andò da Marina la quale gli confessò di essere perdutamente innamorata di lui e che stava pregando per essere lei a morire al posto suo. Infine, il giovane barcaiolo s’innamorò di lei, guarì, vinse la successiva regata e sposò Marina.