Proverbi e modi di dire per capire l'anima di Venezia

Dietro a quelle frasi fatte, proverbi e modi di dire che i Veneziani solgono condividere tra loro in ogni momento della giornata, si nasconde un tesoro di cultura, tradizioni e conoscenza.

Molti proverbi sono legati al cibo: all'amore per il vino, al cibo povero, come la polenta, ma anche al cibo che un tempo mancava e non bastava mai.

Dietro lo splendore dei palazzi nobiliari, dietro la meraviglia di San Marco e la Venezia che incanta il turista, c'è la Venezia verace e in perenne fermento.

È la Venezia dei Veneziani: forse meno abbagliante, un po' rustica, ma infinitamente preziosa.

Ecco 10 tra i proverbi più coloriti e divertenti del dialetto veneziano. Con relativa traduzione, naturalmente.

Proverbi veneziani sul vino

Il vino: presente in ogni occasione sociale veneziana.

Bere un'ombreta, che non è come dire "calice", ma più come dire un "bicchiere di vino", è la quintessenza della venezianità.

E, dunque, come potrebbe mancare il vino nei proverbi e modi di dire veneziani?

Uno dei più famosi è proprio "Meio morir bevui che magnai".

Letteralmente significa "Meglio morire bevuti, ovvero ubriachi, che mangiati". 

Tra quelli più coloriti e famosi annoveriamo:

  • "A la sera ciochi, a la matina bisi", che significa letteralmente "Di sera ubriachi, di mattina storditi";
  • "Chi ga inventà el vin, se nol xe in Paradiso, el xe vissìn", ovvero "Chi ha inventato il vino, se non è in Paradiso, è lì vicino".
  • "Quando tuti te dise imbriago, va in leto", ovvero "Quando tutti ti dicono che sei ubriaco, meglio che tu vada a dormire".
  • "Dòna zóena, vin vècio": in altre parole "Donna giovane, vino invecchiato";
  • "Cuel que bíu ben, al dorm ben; e cuel que dorm ben, no l fá pecá; ma cuel que no fá pecá, al nda in paradixo: elora beón fin que crepòn". In altre parole, significa "Chi ben beve, ben dorme; chi ben dorme male non fa; chi non fa del male va in paradiso: e, dunque, beviamo tutti finché moriamo".

Se ne potrebbe citare un'infinità d'altri, proprio perché il vino bevuto durante i pasti, sorseggiato nelle pause, allungato nell'acqua, è uno dei fondamenti del vivere veneziano.

Ed il cibo?

Proverbi e detti veneziani sul cibo

Anche il cibo fa parte della convivialità e della tradizione veneziana, e non soltanto.

La cultura è impregnata di proverbi e modi di dire che rimandano ad altri tempi, in cui le famiglie veneziane stentavano nel trovare di che sfamare se stessi e i propri figli.

Detti veneziani che parlano di cibi poveri e semplici, come polenta, pane e fagioli. D'altro canto, "I faxúi e la polenta i é la carne de la dente poareta", ovvero "Fagioli e polenta sono la carne della gente povera".

Tra i più famosi proverbi veneziani sul cibo, anche qualche motto di spirito che ricordiamo in quest'elenco:

  • "Pan padovan, vini visentini, tripe trevisane e done veneziane", come nel più fiero campanilismo: "Pane padovano, vino vicentivo, trippa trevigiana e donne veneziane".
  • "Co no guen é pi polenta, le é bone anca le cróstole", ovvero "Quando non c'è più polenta vanno bene anche le croste".
  • "Porco passùo no crede a l'afamà", ovvero "Il maiale ben nutrito non crede a quello affamato";
  • "Polenta e formái, ma a caxa soa", ovvero "Polenta e formaggio solo a casa propria". In altre parole, i fatti propri non devono uscire dalle mura domestiche;
  • "La menestra riscaldada no la é mai bona", un detto che è noto un po' ovunque in Italia, e certamente non parla di cibo: "La minestra riscaldata non è mai buona".

Altri proverbi d'uso comune, ma divertenti, a Venezia

In questa sezione avremmo dovuto aggiungere migliaia di detti popolari.

Abbiamo selezionato quelli più divertenti o quelli che, secondo noi, incarnano di più il buon vivere e lo spirito godereccio veneziani.

Come vedrete, alla fine ne abbiamo condivisi ben più di 15. 

  • "Tant maña zhincue que síe", ovvero "Tanto si mangia in cinque che in sei";
  • "Le disgrazie xe sempre pronte, come le tole dele osterie", ovvero "Le disgrazie sono sempre pronte, come i tavoli nelle osterie";
  • "Pitóst crepapanzha que roba vanzha", che vuol dire "Meglio mangiare fino a scoppiare, piuttosto di avanzare cibo";
  • "Val depí an ora de alegría que zhento de malinconía", ovvero "Vale di più un'ora di allegria, che cento di malinconia";
  • E infine quest'ultimo che viene ripetuto ad oltranza dai Veneziani: "Beati i ultimi se i primi gà creansa", che vorrebbe significare che "Sono beati gli ultimi, soltanto se i primi avranno compassione di loro".