Si terrà al Gran Teatro La Fenice il tradizionale concerto di Capodanno: ogni anno si rinnova la magia che unisce lo splendore dell'arte di un teatro che ha vinto, nella sua storia, il fuoco e la stoltezza dell'uomo, con l'eleganza della musica classica sinfonica eseguita dall'Orchestra e dal Coro del Teatro, diretti dal maestro Myung-Whun Chung.

Sono ormai 17 anni che La Fenice ospita il prestigioso evento, rendendo tangibile la funzione sociale del teatro, che avvicina le persone, le fa incontrare e consente loro di condividere un'esperienza unica. Il passato burrascoso e talvolta drammatico dell'edificio lo ha reso figlio di tutti i veneziani, e come tale viene vissuto e protetto: La Fenice è il teatro di tutti, adulti e giovani, dei veneziani ma anche degli italiani e degli stranieri, e la sua valenza comunicativa è un aspetto fondamentale perchè riesce anche ad avere una efficacia educativa.

Oggi il Teatro gode di splendida salute, ma non è stato sempre così: la sua storia è scritta in quel nome che richiama storie mitologiche e che è stato segno di presagio....


Post fata resurgo: la storia del teatro

Perchè il Gran Teatro La Fenice porta questo nome così singolare? La risposta al quesito sta nel mito della fenice narrato da Erodoto, secondo cui dalle ceneri dell'uccello divorato dalle fiamme sprigionate dal sole emerge una larva che in pochi giorni da vita ad una nuova fenice, fiera col suo piumaggio rosso e la lunga coda azzurra. Il nome le fu dato dalla Nobile Società dei Palchettisti che per una questione giudiziaria furono costretti a lasciare il teatro San Benedetto che avevano fondato nel Settecento: nacque così in Campo Fantini il nuovo teatro battezzato "La Fenice" perchè come quel volatile mitologico trovava nuova vita dopo tempi difficili.

Non sapevano, i Palchettisti, che quel nome avrebbe impresso come un marchio a fuoco il destino del teatro: un nomen omen che tragicamente sapeva di presagio.

L'edificio fu realizzato da Giambattista Selva risultato vincitore del concorso: ad un esterno sobrio dalle linee architettoniche semplici e classiche, si equilibra un interno ricco di decorazioni che trovano negli stucchi dorati la loro massima espressione.

L'esterno è connotato dall'imponente colonnato d'ingresso elevato dal piano del campo su una scalinata breve ma importante per amplificare lo slancio visivo verso l'alto. Sul colonnato, al piano superiore, si impone un balcone con ampia apertura, affiancato da due nicchie contenenti le statue della Musica e della Danza, opera del Meduna. Chiudono il prospetto le due piccole aperture del mezzanino con al centro due bassorilievi e la data della fondazione in caratteri dorati.

Varcato l'ingresso ci si trova nell'elegante foyer che immette poi nelle Sale Apollinee, ampie e luminose, decorate con stucchi aurei e circondate da una ricca balaustra che corre per tutto il perimetro: è il luogo in cui si svolgevano, e si svolgono tutt'ora, eventi privati e sfarzosi balli che vedevano protagonista l'aristocrazia veneziana. Si accede poi al teatro vero e proprio, con la platea a forma di semiciclo che trova ispirazione nelle piazze rinascimentali italiane: 5 ordini per 35 palchi ognuno, più il loggione superiore. Chiude il tutto lo sfarzoso soffitto decorato con i toni dell'azzurro e dell'oro, impreziosito dall'impressionante mole del ricco lampadario, opera di un mastro vetraio di Murano.

Tornando all'esterno, sul retrostante Rio Menuo, il Selva progettò anche un ingresso sull'acqua con una pensilina in ferro lavorato, per consentire l'accesso alla nobiltà che raggiungeva il teatro in gondola.

Il 16 Maggio 1792 fu così inaugurato il Gran Teatro La Fenice.

Il teatro rimase pressoché invariato a meno dell'introduzione del Palco Reale, eseguito per Napoleone e decorato col Trionfo di Apollo e Dafne.

Arrivò poi il fuoco, più volte. Il primo incendio risale al 31 Dicembre del 1836 che causò il crollo di una parte della struttura. Ricostruita in poco tempo, il teatro tornò a splendere e a svolgere la sua funzione sociale e artistica. Il secondo, del 26 gennaio 1996 fu invece devastante: le fiamme divorarono in un notte l'intero teatro procurandone il crollo quasi totale. Causato volontariamente da alcuni operai della ditta, che eseguiva in quel momento lavori di manutenzione, al fine di trovare una plausibile giustificazione ai ritardi delle operazioni ed evitare così il pagamento delle penali contrattuali. Doveva essere un rogo circoscritto, fu invece una catastrofe che mandò in fumo secoli di storia, rischiando di colpire anche l'intera città. Occorsero 122000 litri di acqua per vincere le fiamme ed una grande progettazione di restauro mossa dall'amore dei cittadini per il loro teatro per far risorgere nuovamente La Fenice dalle sue ceneri. Il restauro fu affidato all'architetto Aldo Rossi e il 14 dicembre 2003 venne inaugurato il teatro sotto gli occhi del mondo e della bacchetta diretta dal Maestro Riccardo Muti.

L'uccello mitologico ha rivisto ancora la luce, continuando a vivere nello splendore dell'arte, vincendo il fuoco e l'avidità dell'uomo.


Il concerto di Capodanno 2019/2020 sotto la direzione del Maestro Myung-Whun Chung

Il concerto di Capodanno 2019/2020, che andrà in scena in quattro date a partire dal 29 dicembre, verrà eseguito dall'Orchestra e dal Coro del Teatro La Fenice sotto la direzione del direttore coreano Myung-Whun Chung. Il Maestro ha alle spalle una lunga carriera costellata di grandi successi internazionali: debutta a soli 7 anni come pianista nella sua Seul vincendo pochi anni dopo il prestigioso concorso pianistico Cajkovskij di Mosca, conclude poi gli studi nelle più prestigiose scuole degli Stati Uniti, come la Juilliard School di New York. Comincia il suo percorso come direttore d'orchestra nel 1979 quando divenne assistente di Carlo Maria Giulini alla Los Angeles Philharmonic, di cui diverrà direttore associato in poco tempo. Da lì una vita professionale brillante che lo ha visto sul podio delle orchestre dei teatri più prestigiosi del mondo, fondando anche la sua Asia Philharmonic. Uomo di grande cultura e sensibile alle iniziative umanitarie, è tra gli ambasciatori dell'Unicef: nel 1995 fu eletto "Uomo dell'anno" dall'Unesco e nell'anno seguente fu insignito del premio Kumkuan, importante riconoscimento in campo culturale assegnato dal governo coreano. Riceve anche la Legion d'Honneur in Francia e in Italia il presidente Mattarella lo ha nominato Commendatore dell'Ordine della Stella d'Italia, per il contributo che egli ha donato alla cultura del nostro paese. Forte il suo legame con la Venezia e con La Fenice, ricevendo nel 2017 anche le chiavi della città dal Comune proprio per il suo importante impegno verso  il teatro.

Il concerto che dirigerà quest'anno a La Fenice si comporrà di due parti: la prima esclusivamente orchestrale con l'esecuzione della Sinfonia n.4 in La maggiore op.90 italiana di Felix Mendelssohn Bartholdy; la seconda sarà dedicata al melodramma prevedendo l'esecuzione di una carrellata di arie, duetti e passi corali del repertorio operistico più amato, che verrà concluso con il "Và pensiero" dal Nabucco e con il brindisi "Libiam nè lieti calici" dalla Traviata, entrambi opere di Giuseppe Verdi. Questa seconda parte come da tradizione verrà trasmessa da Rai1 in diretta Tv il giorno 1 Gennaio 2020 alle 12:20.


Questi i giorni dell'evento:


  • 29 Dicembre ore 20:00
  • 30 Dicembre ore 17:00
  • 31 Dicembre ore 16:00
  • 1 Gennaio ore 11:15

Per info e acquisto biglietti cliccate qui: https://www.teatrolafenice.it/event/concerto-di-capodanno-2020/