Conosciuta in tutto il mondo per i suoi merletti e le case colorate, Burano, è stata anche dimora di grandi artisti come il compositore Baldassare Galuppi, il cantautore Pino Donaggio e lo scultore Remigio Barbaro. 

Perché si chiama Burano? Origine del nome

Si narra che gli abitanti di Altino, antica città romana del Veneto, si rifugiarono a Burano durante le invasioni barbariche. Furono proprio i veneti ad attribuire a Burano il suo attuale nome, in riferimento ad una delle sei porte di Altino chiamata Boreana perché rivolta verso nord.

I colori di Burano: come mai le case sono colorate?

Citata ogni anno in tantissime riviste internazionali, quest’isola è considerata tra le dieci località più colorate al mondo.

Se come me spesso vi siete chiesti come mai le casette a Burano siano colorate, dovete sapere che, le supposizioni a riguardo sono diverse. La più gettonata narra che le abitazioni siano state dipinte dalle famiglie dei pescatori per aiutarli a ritrovare la propria dimora in caso di nebbia o al rientro da lunghi periodi di assenza dovuti al lavoro. 

Per sapere cosa vedere a Burano e come visitarla al meglio, leggi il nostro articolo su questa caratteristica isola dove troverai tanti consigli e 4 tappe imperdibili.

La storia del merletto di Burano

La leggenda vuole che la nascita della lavorazione del merletto sia attribuita ad una magica e fedele storia d’amore. Tanto tempo fa, un antico pescatore promesso sposo, durante un suo viaggio verso l’oriente, venne tentato dal canto delle sirene ma, fedele alla sua amata resistì. La regina di queste creature marine, rimasta colpita dalla vicenda, creò dalla schiuma dell’acqua un bellissimo velo nuziale per la fidanzata. Il giorno delle nozze la sposa fu invidiata e ammirata da moltissime giovani dell’isola che, cercando di replicare il velo nuziale, diedero vita alla tradizionale lavorazione del merletto con ago e filo.