"Peggio di questa crisi, c'è solo il dramma di sprecarla chiudendoci in noi stessi." cit. Papa Francesco
La pagina di storia che abbiamo vissuto negli ultimi mesi ci ha cambiati tutti. Probabilmente ci ha resi migliori. Almeno si spera. Perdere il contatto col mondo esterno ci ha costretto a riallacciare un contatto con noi stessi, che spesso sfuggiamo presi dalla frenesia della quotidianità. Abbiamo capito che rincorrere il tempo in fondo non serve a nulla. Abbiamo capito che necessitiamo di un approccio diverso con persone e cose, con la nostra vita. Un approccio più profondo. La compartecipazione a una lotta comune, contro un nemico comune, ci ha fatto comprendere come la condivisione possa diventare un modo rivoluzionario col quale approcciarci alla collettività. Sarebbe sbagliato ricominciare pedissequamente da dove ci eravamo fermati, come se fosse possibile racchiudere tutto in un semplice brutto sogno dal quale ci si desta la mattino. Non basta voltare pagina, siamo diventati pagine di un libro nuovo. Sarebbe un peccato non vivere questo momento come una opportunità per riuscire a spostare l'asse delle priorità, guardare le cose con una prospettiva differente, nuova, migliore, con una valorizzazione dei rapporti umani e anche ambientali, una relazione migliore con noi e col mondo. E' una ghiotta occasione per riflettere su cosa scegliere per nutrirci il copro e l'anima eliminando corse e pratiche routinarie, comportamenti prefabbricati che ci deviano da percorsi di scoperta profonda, ascolto tridimensionale e che appiattiscono la nostra realtà uniformandola a mode estemporanee e omologate. Abbiamo chiuso fuori la porta di casa un mondo che oggi possiamo riscoprire diverso. Facciamolo!
Oggi, dopo mesi contraddistinti dalla necessità dell'immobilità, ci è concesso riaffacciarci al mondo, e riuscire a trovare una nuova normalità.
Oggi, dopo mesi di viaggi virtuali, tra calli e musei con i quali abbiamo cercato di tenervi compagnia, possiamo finalmente ritornare nella nostra Venezia, e finalmente sostituire la connessione digitale con quella umana. Che meraviglia!
Oggi, dopo mesi di inattività i gondolieri rimettono le loro gondole in acqua e impugnano i loro remi per accompagnarci alla scoperta di una Venezia nuova.
Oggi, dopo mesi di chiusura riapriranno i battenti le strutture ricettive, pronte ad ospitarci in un modo nuovo ma non meno affascinante ed empatico.
Oggi, dopo mesi Venezia è pronta ad riaccoglierci nel suo abbraccio più caloroso che mai, in tutta la sicurezza che decreti ed ordinanze dettano. E che noi, riguardosi e coscienziosi, rispetteremo nei minimi dettagli.
Certo, Venezia è quella bella signora di sempre, ma stavolta quelli diversi siamo noi, e possiamo fare in modo che questo incontro sia del tutto nuovo.
Quando si arriva in città si è presi sempre da un impeto violento, una sorta di bramosia di vedere tutto e subito, temendo di perdersi qualcosa. Accade ormai con una certa abitudine di sostituire il nostro occhio con quello di una fotocamera racchiusa in uno smartphone, prontamente collegato con il social di turno, perdendo del tutto l'aspetto emotivo che quelle bellezze hanno su di noi, perdendo l'ascolto delle emozioni che si generano in noi: siamo talmente impegnati a giudicare la qualità di una foto fatta o a pensare che post scrivere sul nostro profilo social che ci dimentichiamo di guardare davvero ciò che ci circonda. Non ci accorgiamo più che quello che ci circonda è bellissimo! Non ci facciamo più caso, ci sfugge del tutto. Ecco, nulla di più sbagliato!
Approfittiamo di questo cambiamento che la pandemia ci ha "insegnato" e tentiamo di viverci Venezia in carne e ossa, cerchiamo di ascoltarla, assaporarla, assecondarla, comunichiamo e condividiamo le emozioni con lei. Lasciamo in borsa le diavolerie tecnologiche che interponiamo tra noi e lei, smettiamola di filmare qualsiasi cosa, lasciamo perdere le foto quando facciamo un giro in gondola e godiamoci l'itinerario e i racconti del nostro gondoliere. Nutriamoci delle meraviglie che ci offre. Godiamoci la città con gli occhi e con la mente, con il cuore e vedrete che vi porterete a casa le cartoline più belle.
Per questa ri-partenza voglio consigliarvi un modo del tutto nuovo di inoltrarvi dentro Venezia: abbandonate cartine e mappe, ascoltate solo voi e lei, affidandovi esclusivamente al vostro corpo. Lasciate che siano i vostri 5 sensi a guidarvi e lasciate affiorare anche il vostro sesto senso, quello più bello ed emozionale, il cuore.
Avete anche la possibilità di godere di una situazione del tutto nuova per Venezia, ritrovando una città libera da folle e congestionamenti, e per questo vivibile nella sua più genuina autenticità.
Certo, non potremmo abbracciarci o stringerci la mano, costretti ad una distanza sociale purtroppo ancora necessaria. Ma sono certa che se vivremo questo nuovo modo ascoltando le nostre emozioni, non sarà di certo meno affascinante.
Pronti? Mascherina, occhiali e andiamo!
Vista: tanta bellezza da mangiar con gli occhi
Non c'è scorcio di Venezia che non riesca ad irradiare bellezza! Può essere un angolo privato apparentemente dismesso o un blasonato monumento: tutto a Venezia merita di essere gustato con gli occhi, mai visto con casualità o con superficialità. Lasciatevi guidare dalla vostra vista, lasciate perdere itinerari prestabiliti: se la coda del vostro occhio ha scorto un angolo suggestivo, raggiungetelo, ne varrà sempre la pena. E' a caso che si scoprono posti incantevoli. E la meraviglia di Venezia è in questo continuo connubio di arte e paesaggio, di anonimo e celebre, di pubblico e privato, di interno ed esterno, di imploso e esploso.
Certo è giusto che i vostri occhi esultino delle bellezze più note, figlie di artisti divenuti immortali perchè cristallizzati nella loro arte. Allora godete dell'aureo ciclo mosaicale della Basilica di San Marco, del Salone del Maggior Consiglio al Palazzo Ducale con l'infinita tela del Tintoretto, del barocco festoso del Longhena della signora Basilica della Salute, del gotico fiorito della regina del Canal Grande, la Cà d'Oro, oppure dell'imperioso Redentore del Palladio alla Giudecca. Ma di bellezza letale è anche il ciclo pittorico del Tintoretto alla Scuola Grande di San Rocco, o la collezione della dogaressa Peggy Guggenheim in quella che fu sua dimora. Pensate quanta bellezza c'è sul Canal Grande! Quattro chilometri di palazzi che affiorano poeticamente dall'acqua come fossero immateriali, dotati di una leggerezza antigravitazionale: quando lo si percorre si rischia di diventare strabici per la foga di voler vedere simultaneamente sia a destra che a sinistra.
Ma la bellezza esplode anche nelle piccole cose, in quelle che non ti aspetti e che a tradimento ti colpiscono: nelle calli senza monumenti ma cariche del fascino di una straordinaria normalità che narra secoli di storia, nei piccoli rii con i loro ponticelli che diventano pittoreschi e suggestivi, nei campi che alla sera si svuotano dalla confusione che quotidianamente li affollano, nelle corti "sconte" (nascoste) occhi vigili e silenziosi del glorioso passato della Serenissima, nella città che al tramonto accende le sue luci e spegne il rumore del giorno per essere goduta in punta di piedi in un appuntamento vis a vis.
Ricordatevi sempre di alzare lo sguardo, girare la testa, perchè la bellezza è totale. Una bellezza accecante che vi stenderà! Difficile da dimenticare!
Tatto: accarezzatela e calpestatela, ma con amore
Smarrirsi è l'unico posto dove vale sempre la pena andare!
Eh si, Venezia è una città particolare che non vuole essere dominata, ma assecondata. Credete di riuscire ad avere la meglio del dedalo intricato di calli e callette? Impossibile! Lasciate che sia lei a guidarvi, vi prenderà per mano e vi condurrà. E un rapporto tale necessita anche del contatto fisico. Allora accarezzatela, lasciate scorrere dolcemente le mani sulle sue ruvide murature di mattoni rosso fuoco che sostengono secoli di gloriosa storia, aggrappatevi alle balaustre dei suoi ponti, come quelle marmoree del Ponte di Rialto lucidate da milioni di mani.
Se riuscite a trovare le calli più strette della città, come Calle Varisco di soli 50 centimetri in zona Rialto, allargando le braccia potrete toccare entrambi le pareti, come una istintiva voglia compulsiva di dilatare quel minuscolo spazio. Vi consiglio di fare un romantico giro in gondola e accarezzare le acque dei piccoli rii e del Canal Grande, ma anche gli archi dei ponti sotto i quali passerete, perchè la bellezza è così, vuole il contatto, fisico e mentale.
Ma Venezia è una città che toccherete anche con i piedi: a parte il vaporetto, la città non ha alcun mezzo di trasporto se non i vostri piedi! Non correte, non abbiate fretta, percorretela con calma, sentite i masegni della sua pavimentazione sotto le scarpe, la loro superficie liscia e sconnessa: pensate che state calpestando millenni di storia, abbiatene cura, mi raccomando. Le vostre passeggiate saranno un continuo sali e scendi dai ponti, un continuo cambio di livello: una vera fatica, ma che viene ampiamente ripagata dalla bellezza. E quando proprio non ne potete più, magari a fine giornata, quando le gambe sentono tutta la stanchezza dei chilometri percorsi, prendete un vaporetto, sistematevi in uno dei posti esterni e godetevi la meraviglia: la sera spegne il sole e la città accende le luci, calde e soffuse che creano un'atmosfera fatata. Il brusio del giorno lascia il posto al silenzio e l'acqua del Canal Grande diventa un manto di seta scuro. Pare di essere catapultati in un mondo estraneo a questa frenetica vita, dove poesia e leggiadria riempiono lo spazio. Ecco, questa è una delle esperienze più emozionanti che la città possa offrire, uno modo per entrare in diretto contatto con lei.
Non possiamo toccarci tra noi, ma possiamo toccare lei!
Udito: il silenzio, il fracasso, la musica lirica
Vi starete chiedendo perchè affidarsi all'udito per visitare Venezia? Perchè il silenzio e il fracasso danno indicazioni precise per capire in che luogo vi state dirigendo. Venezia è così, basta svoltare un angolo, percorrere un ponte o una stretta calletta per passare in un attimo da luoghi ovattati e tranquilli ad una baraonda di voci e suoni. Se vi affidate al vostro udito potreste scegliere che strada seguire, se immergervi nella confusione o rintanarvi nella calma. Se siete alla ricerca di folla e trambusto allora dirigetevi nella zona di Rialto, una vera babele di lingue che si intrecciano tra loro, che si mescolano al rumore dei flash delle macchine fotografiche, tra le quali si fanno spazio le voci dei gondolieri che al grido di "oe pope" annunciano la loro presenza, come una sorta di poetico clacson: non avrete bisogno di mappe, lasciatevi guidare dal vostro udito. Oppure andate all'elegante Riva degli Schiavoni, dove la confusione umana si unisce al rumore prodotto dai tanti natanti che affollano il Bacino. E se siete in zona Cannaregio il vostro udito vi condurrà di certo al Ghetto Ebraico, richiamato dal suono delle litanie dei salmi recitati nelle cinque sinagoghe presenti.
Ma se avete un udito raffinato allora questo vi guiderà verso Piazza San Marco, alla sera, quando il baccano mattutino viene sostituito dalle note della musica classica magistralmente eseguita dalle Orchestre dei cafè: pensate, la Piazza semivuota, la musica e le stelle. Imperdibile davvero.
Se siete invece alla ricerca del silenzio allora dovete uscire dai classici e stereotipati circuiti turistici e girovagare per le zone del Sestiere di Castello, il più veneziano di tutti i Sestieri, oppure Dorsoduro o meglio ancora raggiungere i Giardini di Sant'Elena o l'isola di San Giorgio, dove dall'ampio sagrato si gode di una speciale serenità. Ma io vi consiglio anche di prendere un vaporetto da Fondamenta Nove e raggiungere le isole della Laguna, Murano, Burano e Torcello: luoghi incantati, pacati pur restando vivi e pulsanti, dove il tempo sembra aver fermato il suono delle sue lancette.
Ascoltate. Fate caso ai suoni. Sarà molto bello.
Olfatto: il profumo delle spezie, quello del mare, quello di Hollywood
Venezia ha una personalità olfattiva spiccata: alcuni rii, come anche il Canal Grande hanno un forte carattere. Eh già...
Così come alcune calli in cui si riesce a respirare l'odore di casa, di quotidianità e vita vera: non è difficile partecipare con l'olfatto al pranzo dei veneziani, o inebriarsi del profumo di biscotti appena sfornati.
Ma le parentesi aromatiche migliori sono al Mercato di Rialto, dove il vostro olfatto sarà stordito da mille fragranze: alla Pescheria sentirete il profumo del mare proveniente dai banchi del pesce, all'Erbaria quello delle erbette e della frutta fresca, fino ad arrivare in Calle dei Spezieri, dove a dominare sono i buoni odori delle spezie che riportano la memoria a Terre d'Oriente, al lusso millenario della Serenissima, quando divenne dominatrice dei mari e "spacciatrice" dei preziosi aromi esotici.
Se volete che il vostro olfatto percepisca fragranze più delicate allora raggiungete le spiagge del Lido, dove il profumo del mare dell'Adriatico, della sabbia bagnata si mescola a quello hollywoodiano lasciato dal passaggio dei divi che ogni anno giungono in Laguna per la Mostra del Cinema: un tuffo nell'acqua salata e nel patinato mondo delle stars.
Gusto: dolce, salato, spritzante
Visitare Venezia e non assaporarla è un vero sacrilegio! Dal dolce al salato, dall'agrodolce al piccante, dall'aperitivo alla cena, ricette antiche, semplici ma dalla forte personalità, frutto di contaminazioni con popoli di terre lontane che esalteranno il vostro palato: assaporare la cucina veneziana è come venire a contatto con la sua storia, perchè la storia di una città passa anche per la sua gastronomia. Una cucina in cui trionfano i prodotti del mare e le spezie, come il baccalà mantecato e le sarde in saor, il risotto al nero di seppia e i bigoli in salsa di acciughe e cipolla. Ma anche il fegato alla veneziana, risi e bisi e carciofi. Se avete voglia di dolce deliziatevi con i biscotti al burro e spezie, come i bussolà, i zaeti e i pevarini.
Venezia vuol dire, però, soprattutto il binomio bacari-cicchetti: se avete poco tempo o per un momento di pausa fermatevi in un tipico bacaro per fare un buon aperitivo a suon di cicchetti, piccole esplosioni di sapore, e spritz o ombre di vin. No, non è un semplice aperitivo, ma significa molto di più: è calarsi nelle venezianità più vera, in un'atmosfera di goliardia e accoglienza, di un passato sentito e un presente seducente, perdendosi in un abbraccio vero tra veneziani e forestieri.
Cuore: in rima con condivisione
Visitate Venezia assecondando i vostri sensi, ma non dimenticate mai il cuore: vivete la città in maniera emozionale, calatevi con passione nei luoghi e nelle situazioni, abbracciatela e amatela, e vi porterete così a casa una splendida cartolina del tutto personale, stampata nella mente e nel cuore.
Come ho scritto all'inizio di questo articolo, l'esperienza di vita che ha accomunato tutti negli ultimi mesi ha cambiato il nostro modo di vedere le cose e approcciarci alle persone.
Ripartire è giusto. Ma la ripartenza non sarà facile, ancora forse tutti imbrigliati nei timori, intrappolati nelle proprie paure, che poi sono le paure di tutti.
Questa condizione crea una situazione anomala per Venezia: una città tranquilla! Nell'immediato post-emergenza troverete ancora una città semi deserta, svuotata da quella massa incontrollata di turisti che la affollano come formiche. Potrete godere di ogni spazio, di ogni angolo, di ogni luogo, senza file, senza ingorghi umani, senza interminabili attese. Ritroverete una città che si riflette solo in se stessa, che si è riscoperta meravigliosamente nuda. Scoprirete una Venezia potremmo dire antica e autentica, in cui le calli sono popolate dai veneziani veri, nei campi riecheggiano le voci dei bambini che giocano ritornando a possedere la loro città, ascolterete solo il rumore dei vostri passi, la dolcezza delle parole veneziane! Forse non succederà una seconda volta. Approfittatene! Avete l'occasione di vivere qualcosa di irripetibile!
Questa situazione vi da la possibilità di entrare in contatto con la parte più vera della città, incontrare chi la città la conosce bene e chiacchierare con chi la vive quotidianamente: i veneziani. Lasciatevi condurre e accompagnare nel vostro soggiorno dai veneziani, lasciate che vi indichino i percorsi migliori, che vi consiglino i luoghi migliori dove mangiare. Cercate i veneziani nei luoghi più autentici, con una semplice passeggiata o magari andando a fare la spesa al mercato o al market: condividete con loro il vostro viaggio, in un incontro sincero di cuori, dove la bellezza può sciogliere le tensioni e le paure accumulate che abbiamo condiviso.
Scegliete di nutrire il cuore per un'esperienza che ricorderete a lungo.
Scegliete il cuore, per un'insolita condivisione.
Le mascherine che siamo costretti ad indossare nascondono i nostri sorrisi e le espressioni che eravamo abituati a mostrare. Ma nessuna mascherina potrà celare gli sguardi. E allora impariamo a condividere le nostre emozioni e le nostre impressioni con il contatto visivo. Pare che bastino pochi secondi di occhi incrociati per connettere due persone. Dopo mesi di connessioni digitali oggi possiamo tornare a guardarci negli occhi dal vivo. Abbiamo delle distanze da rispettare, è vero, ma se ci mettiamo il cuore guardarsi negli occhi per comunicare non sarà di sicuro meno affascinante!
I nostri occhi come un sorriso.
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